
Un concerto per piano a quattro mani per evocare la magia del bel canto e dell’orchestra.
Sarà il Duo Pianistico Svar a guidare il pubblico nell’ultimo atteso appuntamento del Festival dedicato a Giuseppe Verdi ‘L’uomo, la terra e il genio creatore’ che, da sabato 4 febbraio, ha saputo trasformare Cernusco sul Naviglio nel tempio della musica classica e della lirica.
Incontri musicali, conferenze e proiezioni realizzati grazie alla collaborazione tra l’Amministrazione Comunale, il Centro Culturale J.H. Newman e la direzione artistica della pianista cernuschese Simona Rosella Guariso.
Proprio all’ideatrice della rassegna culturale, Simona Guariso, abbiamo chiesto di ripercorrere alcuni dei passaggi salienti di un evento culturale che ha portato in città artisti e interpreti di grandissimo prestigio.
Simona, domenica 12 marzo calerà il sipario sul Festival dedicato a Verdi…
“Il viaggio del Festival dedicato a Verdi ha cominciato il suo cammino con l’evento inaugurale dal titolo “Verdi e il mistico silenzio della terra”. E’ nel silenzio dei suoni che la mia ideazione ha avuto inizio, ma come per magia il sipario si è aperto con un flusso di energia potente, dove ogni Artista ha espresso tutta la sua abilità, professionalità, passione e soprattutto ha raggiunto il cuore del pubblico. Artisti e interpreti di assoluto prestigio e un pubblico folto, entusiasta, attento”.
Come sta rispondendo il pubblico cernuschese?
“Per le vie di Cernusco, incontro molte persone che mi ringraziano di vivere momenti gioiosi, di bellezza, di elevazione. Questo conferma il mio pensiero che l’essere umano ha realmente bisogno di nutrirsi con l’Arte per evolvere e per creare un mondo migliore. Il Festival ha accolto anche cittadini provenienti dalla grande metropoli milanese. Un segno significativo che dona valore alla Rassegna verdiana a Cernusco”.
Spesso siamo portati a pensare che il linguaggio dell’Opera sia ‘difficile’ e si rivolga a un pubblico elitario. Crede che eventi culturali e artistici come questo possano contribuire a sfatare una simile convinzione?
“Ho riflettuto spesso sul tema del “mondo musicale classico” come un universo lontano e accessibile solo a pochi eletti. Sicuramente è necessario migliorare la modalità di comunicare al pubblico, per raggiungere soprattutto chi ha bisogno di conoscere e di comprendere quest’arte dei suoni. La creazione del mio Festival ha davvero l’obiettivo di unire un pubblico già educato ad un pubblico ancora da “plasmare”. Gli eventi toccano diversi aspetti dell’Arte musicale e di altre espressioni artistiche, concentrandosi anche sull’aspetto umano del Maestro Verdi, fondamentale per entrare nel suo mondo di compositore. Infatti il titolo del Festival è: “L’uomo, la terra e il genio creatore”.
Torniamo al programma della rassegna. Domenica 5 febbraio la Casa delle Arti ha ospitato l’appuntamento ‘Verdi e le sue arie indimenticabili’, con la sua Scuola Pianistica e la voce di Mauro Raimondi. Qual è la sua aria indimenticabile del Maestro?
“Le arie eterne del genio verdiano hanno saputo raggiungere l’anima del popolo italiano. Il segreto è nella loro musicalità limpida, di facile ascolto e di immediata cantabilità. Il canto di una terra nostrana. E’ proprio per queste caratteristiche che ancora oggi noi tutti le conosciamo, le canticchiamo, le ripetiamo. Mi sento di dire che molte arie del Maestro risuonano in me eterne e indimenticabili”.
Il 18 febbraio è stata invece la volta di “Verdi in Jazz”. Come nasce l’idea di questa ‘contaminazione’ tra lirica e Jazz?
“Ho sempre amato e ascoltato i grandi musicisti che hanno fatto la storia del Jazz internazionale. Le serate memorabili nei locali storici di Milano, come le Scimmie, il Grillo Parlante, il Capolinea, ormai da molto tempo chiusi, sono ancora vivi dentro di me.
L’idea nel Festival del connubio tra lirica e jazz nasce dall’esigenza di far comprendere al pubblico che la Musica, al di là dei diversi generi e stili, è universale. Non è contaminazione, ma un’ espansione espressiva delle tradizionali opere verdiane. Sicuramente un’attualizzazione. L’abilità di un vero artista è quella di giungere a tutti. Il Quintetto di Paolo Tomelleri ha realizzato questo obiettivo con grande maestria e raffinatezza”.
Domenica 12 marzo, per l’appuntamento conclusivo del Festival, tornerà a suonare con Carlo Balzaretti, ricomponendo il Duo Pianistico Svar. Come nasce questo sodalizio musicale?
“Grazie al Maestro Verdi è nato, otto anni or sono, il Duo Pianistico Svar e la nostra splendida unione artistica, anche se la nostra conoscenza risale ai tempi dell’infanzia durante gli studi al Conservatorio G.Verdi di Milano. Il primo concerto, dedicato a Verdi, lo tenemmo al Salone Barezzi a Busseto, uno dei luoghi più verdiani e sacro di care memorie. In questi anni siamo tornati spesso nelle terre verdiane, con programmi interamente dedicati al Maestro e nel 2021 abbiamo avuto l’opportunità di suonare al Grand Hotel et de Milan, luogo caro a Verdi, per la Prima della Scala. Il 12 marzo, alle ore 16.00, con la chiusura del Festival, presso la Casa delle Arti (via De Gasperi 5, ndr) suoneremo trascrizioni originali ottocentesche dei capolavori verdiani, con sottolineature del musicologo Eduardo Rescigno”.
Simona, vuole dire qualcosa ai nostri lettori?
“Vorrei condividere con i lettori un pensiero di Vasilij Kandinsky che custodisco nel mio cuore e che cerco di portare nella mia vita di essere umano: “ … L’artista deve cercare di riconoscere i doveri che ha verso l’arte e verso se stesso, considerandosi non il padrone, ma il servitore di ideali precisi, grandi e sacri. Deve educarsi e raccogliersi nella sua anima, curandola e arricchendola in modo che essa diventi il manto del suo talento esteriore…”.
Il programma completo del Festival è disponibile sul sito del Comune di Cernusco sul Naviglio