Ho pensato molto prima di scrivere questa lettera, solo oggi mi sono deciso, dopo aver visto per l’ennesima volta una trasmissione in TV.
Venivano intervistati genitori e vecchi nonni che, con le lacrime agli occhi, maledicevano questa guerra a causa della quale avevano perso il figlio, la moglie oppure la mamma e soprattutto erano costretti a dormire in qualche cantina, scantinato o all’addiaccio sotto gli alberi.
Tante persone anziane dicevano di non avere neanche l’acqua, e per bere facevano sciogliere la neve: “non ci arriva neppure la pensione e stentiamo a trovare il cibo.”
Ora, io personalmente ma anche a nome di tanti altri ignoranti come me, vorrei chiedere:
“Signori Putin e Zelensky,
indipendentemente dalle ragioni che hanno scatenato nel XXI secolo (dico nel XXI secolo) questa guerra, rimane il fatto che la stessa ha seminato, in circa un anno, morte e distruzione.
Vi chiedo ora, col cuore in mano, di fermarvi e trovare una soluzione equa per bloccare questa carneficina di cui la storia, giudice implacabile, presenterà il conto alle nostre e alle vostre coscienze.
Ora lasciamo a voi e alla vostra compassione decidere se prendere in considerazione o meno la nostra preghiera. Grazie!”
E voi che state leggendo per piacere non sorridete. Ricordate che la saggezza è innata in ognuno di noi e spesso riesce ad esprimerla e manifestarla apertamente solamente chi ha il coraggio di farlo.
Giovanni Giudice