“Lunghe file dinnanzi all’ufficio passaporti di Piazza Cordusio, piattaforme online sovraccaricate, lente e senza possibilità alcuna di prenotazione. Inizialmente si è parlato di uno stato di emergenza perlopiù legato alle festività, o al periodo estivo, trasformatosi però oggi in quotidianità”. Il grido di allarme arriva direttamente dalla segreteria provinciale di Milano del SAP (Sindacato Autonomo di Polizia). “Nel rintracciare le cause che hanno portato a tutto ciò sicuramente si imputa in primis al covid – dichiara il Segretario Provinciale, Massimiliano Pirola -, poiché in seguito alla riapertura delle frontiere, si è avuto un aumento delle richieste di passaporti, oppure semplicemente perchè, post pandemia, è stato necessario rinnovare i passaporti scaduti non rinnovati allora. Ma ancora, aggiungiamo alle cause la Brexit: ad oggi il numero di richieste di passaporti per il regno unito, soprattutto per i voli a basso costo presenti, è molto elevato. A tutto ciò si aggiunge l’aspetto burocratico e procedurale per il rilascio del passaporto, che sul mipg risulta essere sempre più macchinoso, poiché l‘operatore dopo aver acquisito la pratica deve scansionarla… così che la procedura di valutazione diviene molto più lunga. E per finire – aggiunge il Segretario provinciale -, i macchinari, anch’essi sovraccarichi di lavoro e soggetti a continui lavoro di manutenzione, quanto i nostri sistemi operativi, quanto e soprattutto i nostri colleghi che ogni giorno con impegno cercano di smaltire, oltre agli appuntamenti da agenda, anche tutte le altre centinaia richieste di urgenze (non solo per motivi di salute, di lavoro o di studio ma anche e soprattutto per motivi di turismo) che giungono. Questa – conclude Pirola – è la realtà degli uffici passaporti oggi, e questo è il nostro invito a voler trovare delle soluzioni che agevolino sia chi lavora, sia i cittadini, dando la possibilità di smistare e poter stampare i passaporti anche in altri uffici in modo da snellire l’ufficio centrale e riuscire a ridurre i tempi d’attesa, ormai diventati insostenibili”.