Illustrazione: una delle molteplici forme di comunicazione visiva, fors’anche la più potente e penetrante per l’immediatezza del messaggio che sottintende, sua condizione principe e irrinunciabile. Bene lo sa la “Campari”, che anche quest’anno ripropone, insieme alla Fondazione Corriere della Sera, un ciclo di incontri titolato “Comunicare l’Arte” che si apre, appunto, con un approfondimento sull’ “illustration graphic design”. Una vera e propria espressione artistica, capace di trasformare segni, disegni, sagome, effigi, grafie in una narrazione che colpisce non solo lo sguardo, ma quanto più la mente e il pensiero dell’osservatore, destinatario di una cifrata, ma non troppo, precisa informazione. Una tematica che si riconnette strettamente alla ricorrenza dei 130 anni dalla nascita del grande artista Fortunato Depero, a cui la Galleria Campari di Sesto San Giovanni dedica una mostra monografica, celebrativa dell’anniversario e del fortunato, di nome e di fatto, sodalizio che portò, senza ombra di dubbio, alla clamorosa affermazione del brand e dei prodotti oltre i confini nazionali. Partiamo, allora, dalla definizione stessa di illustrazione: “esposizione di dati e notizie atti a chiarire l’origine, la natura, il contenuto di un oggetto o di un documento”; oppure “figura che viene stampata in un libro, in un periodico”. Se uniamo, quindi, i due enunciati otteniamo: “disegno che diventa esplicativo di un concetto”. Se poi vogliamo spingerci oltre, l’idioma contiene la parola “lustro”, ossia “splendente, luccicante”; etimologicamente deriva dal latino “Illustractio-onis”, vale a dire “che dà luce, che fa chiarezza”, ancora “dichiarazione, spiegazione”. In definitiva, giocando un po’ con il termine, illustro-azione racchiude in sé proprio l’atto di descrivere e definire, attraverso la figurazione, l’idea custodita nel medesimo oggetto rappresentato: facendoci andare oltre il “visto” grazie a un forte e ben preciso input. Con una capacità di interpretare la Storia e il tempo in cui si inserisce, testimone diretto e affidabile delle vicissitudini, delle abitudini, del sentire e delle attitudini culturali, delle mode, portando l’immaginario collettivo a un transfert riconoscitivo. Supportando la scrittura, rendendola più efficace, perché l’immagine è immediata e subitaneamente colta; talvolta sostituendo la parola stessa laddove l’esposizione degli accadimenti risulti troppo complessa.
Vero è che nella pubblicità il connubio tra disegno e slogan, all’interno del quale le due parti si rafforzano vicendevolmente, risulta una carta più che vincente. Anche l’illustrazione ha una sua evoluzione. In origine è prevalentemente affidata alle abili mani di artisti-pittori, dotati di eccellente bravura anche nella trasposizione grafica nonché, e in ispecie, di un’acuttezza geniale nel trovare la formula più adatta alla trasmissione contenutistica, finalità ultima o, meglio, prima e unica. Depero prorompe nella pubblicità, diventandone maestro indiscusso. E mi sovviene di menzionare Mario Sironi con le sue sagaci illustrazioni propagandistiche realizzate per “Il Popolo d’Italia”. Due su tutti, ma certamente l’elenco è più lungo e composito! Lo sviluppo della fotografia, che si ritaglia il suo ruolo da protagonista, e dei video, hanno ridimensionato il dominio illustrativo, che ha continuato, in ogni caso, ad avere il suo spazio, principalmente nell’editoria, comunque non smettendo mai di svolgere il suo importante compito. Recentemente il lockdown ha portato a una riesplosione del settore, con la nascita di progetti di estremo interesse. Come “The Milaneser”, una rivista che “non esiste”, consistente in una vasta e variegata serie di sole copertine, composte da più voci, veri e propri racconti della città di Milano che utilizzano un linguaggio semplice che può giungere a tutti. E a molti è arrivato: tantissime sono state le richieste per acquistare, stampate su carta, queste multicolorate ed evocative immagini, da utilizzare come complemento d’arredo, appese ai muri di case e uffici, o da collezionare nella loro unicità. Il potere dell’illustrazione! Che con essenziale e diversificata sintesi stilistica suscita curiosità e, perché no?, sogno e fantasia, in una sceneggiatura disegnata che sottende un’idea stessa di regia. Di cui il regista non può che essere l’illustratore, con la sua ardua “mission” di usufruire di ogni qualsivoglia possibile strumento per manifestare un inequivocabile “concept”, sfruttando non solo la sua bravura esecutiva ma, soprattutto, il suo bagaglio di conoscenze ed esperienze: per lanciare il “message in the sign” (il messaggio nel segno) nel mare convulso delle “visual pictures” (immagini visive)! L’illustrazione è ovunque, ci circonda e ci pervade quasi inconsapevolmente: dalle spiegazioni per montare i mobili ai pittogrammi, alle locandine cinematografiche, alle confezioni dei prodotti che normalmente consumiamo… e chi più ne ha più ne metta! Ineccepibile “Storyboard” di un film che parla alla e della nostra vita, attraverso fotogrammi di figurine da raccolta e da attaccare in un album che illustra tutto il nostro mondo.
Ombretta Di Pietro
L’incontro “L’illustrazione e il Graphic Design” si è tenuto lunedì 10 ottobre presso la Fondazione Corriere della Sera, Sala Buzzati ( via Balzan 3 Milano), anche in diretta streaming sul sito faceboock della Fondazione.
Con la partecipazione di: Franco Achilli, Visual designer e docente; Antonio Colomboni, Art Director Toiletpaper magazine e illustratore; Stefano Joker Lionetti, Art Director The Milaneser.
Appuntamento giovedì 27 ottobre, alle ore 18, con l’incontro “Design industriale e funzionalità”.