Fa discutere in questi giorni il ventilato aumento dei biglietti metropolitana milanese (Atm) e dei treni regionali (Trenord).
Rincari che tra ottobre e novembre potrebbero portare ad aumenti fino a 30 centesimi (attualmente il costo del ticket è di 2 euro per la durata di 90 minuti di corsa) come previsto da una normativa regionale relativa all’adeguamento Istat delle tariffe del trasporto pubblico locale. La stessa Agenzia del TPL, che interessa le zone della città metropolitana di Milano, Pavia, Lodi, Monza e Brianza, ha deliberato in favore dell’incremento di prezzo, sia per il biglietto singolo che per i carnet.
Gli aumenti non riguarderanno gli abbonamenti ma soltanto i biglietti singoli e i carnet multicorse.
Una questione tecnica che infiamma anche il dibattito politico come dimostrano le prime dichiarazioni di questi giorni. “Ci siamo adeguati ad una norma che è stata imposta dalla Regione Lombardia, a trazione leghista, con una legge approvata a luglio”, sottolinea l’assessore alla Mobilità del Comune di Milano Arianna Censi.
Immediata la replica della Regione attraverso una nota stampa: “Le Agenzie del TPL sono libere di decidere se applicare o meno gli aggiornamenti Istat. Spetta a loro, in ultima analisi, la scelta se porre in essere o meno le rimodulazioni delle tariffe ed eventualmente come accordarsi o compensare le aziende che prestano il servizio”. Nella nota si inoltre che “le Agenzie dipendono principalmente dalle Amministrazioni comunali dei capoluoghi di Provincia e per il caso di Milano anche dalla Città metropolitana. Nello specifico, proprio il caso di Milano è particolare: i servizi Atm sono tuttora gestiti dal Comune e il ricavato dei biglietti alimenta il bilancio comunale. Il Comune, in quanto ente regolatore, può dunque proporre in autonomia di evitare aumenti dei biglietti facendovi fronte con il proprio bilancio”.
Non ci stanno i Dem che attaccano: “Aumentare anche il biglietto, in questo momento e in modo discrezionale, è una follia che deve essere fermata – dichiara il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati, capodelegazione Dem in commissione bilancio di Palazzo Pirelli -. C’è ancora tempo, visto che non è ancora stata deliberata, ma è la Regione che deve aumentare le risorse per il trasporto pubblico e permettere al Comune di stoppare l’aumento. L’utilizzo del trasporto pubblico va incentivato – rimarca Bussolati -, come abbiamo chiesto di fare alla giunta Fontana, senza esito. Oggi Regione Lombardia distribuisce le risorse del fondo di trasporto nazionale metà ai treni e metà al trasporto pubblico locale (metropolitana e autobus) nonostante gli utenti del trasporto pubblico siano quattro volte maggiori rispetto agli utenti che usufruiscono del treno. Da anni il ricalcolo delle risorse ha penalizzato Milano, da anni chiediamo risorse e da altrettanto tempo restiamo inascoltati dalla giunta Fontana. È una questione ambientale e di giustizia sociale: Regione Lombardia faccia la sua parte e, insieme con il Comune, blocchi l’aumento del biglietto.”
Critiche anche dal M5S regionale attraverso la voce di Simone Verni: “Mentre nel resto d’Europa si sperimentano forme che agevolano l’utilizzo dei mezzi pubblici, riducendo sensibilmente il costo del biglietto e in alcuni casi azzerandolo, in Lombardia si continua ad alzare il prezzo del biglietto a fronte di una drastica riduzione del servizio (vedi Trenord). Questa è la realtà dei fatti di una politica regionale a trazione Lega che si schianta miseramente sulle innumerevoli promesse da marinaio raccontate da Salvini, tipo il taglio delle tasse”.
Prova a fare chiarezza il vicecapogruppo del Carroccio al Pirellone Andrea Monti. “Contrariamente a quanto stanno scrivendo tutti gli aumenti dei biglietti ATM non sono stati ancora decisi – spiega il leghista -. Spetterà toccare l’argomento al Cda dell’agenzia del TPL che sarà convocato a breve. Dunque c’è ancora margine di trattativa. E a questo punto è importante che il Cda non voti per l’adeguamento delle tariffe”. E precisa: “Nel corso dell’ultima seduta l’assemblea non si è pronunciata sull’aumento dei biglietti, ha solo dichiarato che venga dato mandato di farlo per il titolo unico, ma solo in caso di aumento dei biglietti. Ma siccome tale scelta non è obbligatoria, chiedo che il Cda non lo faccia. A chi, nella maggioranza di Centrosinistra del Comune di Milano chiede di fare qualcosa, rispondo che dato che il Cda dell’assemblea del TPL attualmente è controllato dal Comune di Milano, gli venga data indicazione di non votare gli aumenti ma di assorbire l’adeguamento Istat con economie interne al sistema, come suggerisce il buonsenso”.