Navigando in internet, in particolare analizzando la rassegna stampa, mi sono imbattuto in un filmato avente per soggetto i festeggiamenti per la vittoria elettorale del centro-destra a Sesto San Giovanni.
Tanti anni fa un signore poco raccomandabile e che tra l’altro ha lasciato l’Italia in un cumulo di macerie aveva minacciato di trasformare il parlamento in un bivacco delle camicie nere. Oggi gli epigoni di quella tradizione il bivacco lo hanno fatto sul serio. Urla, schiamazzi, cori del tipo “chi non salta comunista è”. Il tutto con la partecipazione attiva del sindaco con tanto di fascia tricolore.
Da vecchio sestese permettetemi di manifestare tutta la mia indignazione per questo spettacolo indecente. Le istituzioni meritano rispetto, lo merita l’aula del consiglio comunale, lo merita la città di Sesto e la sua storia, compreso l’appellativo di “Stalingrado” di cui bisogna esserne orgogliosi come ha spiegato molto bene su specchiosesto.it (leggi l’articolo) la presidente dell’Anpi sestese, Lina Calvi.
E’ una storia quella di Sesto e dei suoi sindaci che andrebbe raccontata all’attuale sindaco. Da Abramo Oldrini a Libero Biagi le amministrazioni sestesi hanno dovuto affrontare la ricostruzione morale e materiale dalle macerie della guerra, gestire una improvvisa immigrazione dovuta al boom economico degli anni 60, supportare le lotte dei lavoratori ed isolare il terrorismo, gestire la trasformazione industriale e la crisi della grande industria.
Vorrei ricordare aIl’attuale primo cittadino che i sindaci di una volta la fascia tricolore la portavano in occasioni solenni, non la usavano per fare un carnevale fuori stagione.
Ciemme