“Una grande persona , caparbia determinata, paziente con tanto ancora da insegnare”. “A volte penso che “creature gentili che vissero in tempi terribili” come lui abbiano deciso di andarsene da un mondo che non li meritava più”.
“Comunista sempre in movimento, che per una vita ha messo il suo sapere al servizio della lotta per una società più giusta”.
Numerosi e tutti accorati i messaggi di cordoglio che in queste ore stanno riempendo la pagina social di Michele Michelino, mancato oggi, giovedì 21 aprile. Da giorni era ricoverato all’ospedale Niguarda.
Sabato 30 aprile avrebbe tanto voluto partecipare alla giornata in ricordo delle vittime di amianto e dei morti sul lavoro, il tradizionale corteo fino alla lapide di via Carducci. Che quest’anno sarà dedicato a lui.
Classe 1949, Michelino da sempre lottava per difendere il diritto al lavoro e alla salute. Sempre in prima linea per non ammutolire la voce di tutti i lavoratori morti a causa dell’amianto, la fibra killer, Michelino aveva iniziato a lavorare Pirelli negli anni sessanta, poi, fino al 1997, al reparto forgia della Breda Fucine.
Instancabile la sua battaglia con il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio per chiedere condizioni migliori, di lavoro e di vita per gli operai e per difendere la memoria di quelli morti per mesotelioma.
Sabato 23 aprile alle 11, alla camera ardente di Niguarda, si terrà l’ultimo saluto a Michele Michelino.
“Invitiamo tutti ad essere presenti – scrive su Facebook un suo caro amico -, come Michele lo è stato nelle nostre lotte”.
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