Era una notte buia e tempestosa. La pioggia scrosciava ad intermittenza e senza fine, inumidendo l’aria settembrina che penetrava pungente nelle ossa. Era prepotentemente iniziato l’autunno, che soppiantava perentoriamente, con la sua frescura, l’afa dei precedenti giorni, colpo di coda di un’estate che dipartiva. Le foglie degli alberi danzavano febbrili, appena illuminate dalla luce fioca dei lampioni, accompagnando, ombrose, il procedere “processionale” di una fila di individui “mascherati” che, ordinatamente, facevano ingresso nella struttura color mattone: “Lasciate ogni speranza, voi ch’entrate” un sussurro sulla soglia! E, come per incanto, si spalancò la “porta” rossa di quel grosso tomo che era lì, in bramosa attesa, investendo tutti di vibrante umor nero…
Due voci ironicamente e giocosamente narranti srotolavano le pagine sfrigolanti, dipanando la matassa ingarbugliata dell’autoctona letteratura “gialla”, con le sue sfumature di genere: noir, horror, gotiche, poliziesche, spy, pulp, thriller. Ma tutte riconducibile al Mistero e accomunate dalle imprescindibili tre S: “sangue, sesso, soldi”, che non possono e non devono mai mancare nell’intreccio della trama!
Due volti sorridenti e divertiti, perché bisogna divertire, accattivare, incuriosire anche quando si parla di morte, uccisori ed uccisi, che hanno un’unica genia: la mente dell’autore… Lasciando ai rintocchi jazz-swing-soul-black di una tromba e una chitarra l’ardito compito di far tremare gli animi…Parole e suoni travolgevano gli astanti, sempre più desiderosi di conoscere gli arcani segreti celati nei fogli paglierini di quel libro vestito di “rouge”.
Enciclopedico: ci sono tutti, ma proprio tutti! gli scrittori di questo filone letterario made in italy, a partire dalla metà dell’800 ai giorni nostri. Famosi, meno noti, sconosciuti, che mormorano le loro storie con “ferocia e tenerezza”, “comicità e passione”, “abbrutimento e sentimentalità”, radiografando le società nel loro contesto storico e girando il dito nella piaga di tutte le distonie e i contrasti etici, civili e di classe epocali. Con quella sanguignità veracemente italica!
Un salto a ritroso sulla macchina del tempo: non sono forse i “Promessi Sposi” del Manzoni il primo vero noir e l’ “Inferno” di Dante il primo autentico horror italiani? Blasfemia? Dipende solo dall’ottica con cui si osservano e si interpretano! Cronicistico-popolare: nel suo stile diretto, semplicemente fruibile, alla portata, scritto per i lettori, per un vasto pubblico a cui restituire e stimolare passione, in un connubio interscambico di emozioni, che è il risultato vincente e l’obbiettivo principe dell’epopea “giallista”. Geografico: c’è tutto lo “stivale” in queste narrazioni, le sue regioni, città, paesi, borghi, i rioni, le periferie, gli anfratti e le vie. Il “verismo” dei luoghi che diventa specchio di realtà vissute, di cronache quotidiane e da quotidiano: in cui si riflettono gli occhi di chi attinge, nel cupo inchiostro delle parole, uno scorcio del proprio vivere, in quella ramificata ragnatela di una topografia del “delitto”, che adorna snodi urbanistici e l’increspata cartina dell’intera nazione… Il racconto proseguiva senza sosta tra aneddoti, ricordi, memorie, nostalgie, risate, applausi, in una dimensione sospesa tra passato, presente e fuori tempo: un karmico ripetitivo legame e continuità tra fatto cruento e yellow story. E apparivano pian piano vittime, carnefici, armi del crimine, ambienti, voci, rumori, testimoni, alibi, moventi, detectives, poliziotti, medici legali, procuratori, avvocati: elementi indispensabili di un “crime” che incarna l’eterna lotta tra bene e male! Ballando intorno alla sala un purificatorio rituale di espiazione, mentre al centro si materializzava lo scrittore, vittima, carnefice e investigatore insieme nel suo atto creativo! e il goliardico lettore, non vittima non carnefice, non investigatore, o forse proprio la somma dei tre? E quale delle tre figure in lui prevale? Mistero di ciascuno, da non svelare se non con un colpo di scena! Come quella sorta di godereccio perverso piacere nell’affrontare la “Paura”, traducibile, talvolta, in puro terrore da esorcizzare, che permette di conoscere e conoscerci, tiene sulle spine, accesi, vivi e vitali! E quella morbosa curiosità verso i “vizi e i mali” altrui, che certo non riguardano noi: sospiro di sollievo! ma sarà poi così?… La serata volgeva al termine, spegnendosi sulle melodiche note morriconiane. Ultimo applauso e silenzio. Gli individui “mascherati” si alzarono ed uscirono dalla copertina rossa del tomo. Si girarono un sol attimo con un celato sorriso di irriverente consapevolezza: ci sarà sempre un lato oscuro in ognuno ed in ogni cosa; ci sarà sempre un libro colorato di giallo, con una scritta nera ed un cerchio carminio nel mezzo!
L’ultimo libro di Luca Crovi “Storia del Giallo Italiano”, edito da Marsilio, è stato presentato martedì 22 settembre a Spazio Arte, su iniziativa della Libreria Tarantola in collaborazione con la Biblioteca Centrale di Sesto e il gruppo “Amici della biblioteca”, con la partecipazione di Gianni Biondillo e l’accompagnamento musicale di Ivan Rosas e Raffaele Kohler degli “Intrigo Internazionale”.
Ombretta Di Pietro