Osservatorio
Nell’immediato dopoguerra i grandi partiti popolari democristiani, socialisti e comunisti riuscirono a trovare un accordo ed a formare un governo di unità nazionale in grado di ricostruire l’Italia ridotta a macerie dalla guerra. Il dopo virus sarà una sorta di dopoguerra, si dovrà ricostruire partendo dalle macerie che il coronavirus ha seminato. Macerie psicologiche dovute alla paura e alla conseguente insicurezza che si protrarranno per mesi e forse per anni. Macerie sanitarie, perché occorrerà riequilibrare, governare e meglio orientare le risorse in questo settore. Macerie economiche perché la piccola e media impresa sarà in ginocchio e con essa interi settori come il turismo e l’agroalimentare. Macerie finanziarie perché il debito già alto salirà probabilmente al 160 per cento del Pil. E’ vero che tutta l’Europa avrà gli stessi problemi di ricostruzione, ma per l’Italia sarà più difficile per il suo già alto livello del debito e per il suo anomalo tessuto industrialeformato al 95% da piccole e medie imprese e da una assoluta assenza di grandi imprese. Le scelte da fare saranno dure, impopolari, ma dovranno essere strategiche. Ad esempio si dovrà decidere se stanziare di più nella ricerca, nella sanità e nella scuola, settori questi che purtroppo non portano voti e meno in assistenzialismo tipo reddito di cittadinanza o quota 100 che come si è visto purtroppo portano voti. Si dovrà progettare un grande piano di investimenti, eliminando le pastoie burocratiche che tengono fermi i finanziamenti, un piano che favorisca il lavoro. Si dovrà rivedere i rapporti tra stato e regioni, eliminando le materie concorrenti e riformulando il titolo V della Costituzione, riportando alcuni settori sotto il controllo statale. Si dovrà incentivare la modernizzazione e le grandi opere pubbliche e su di esse puntare per favorire una nuova occupazione. Si faccia un patto per l’Italia che duri fino al 2023 che comprenda anche la convergenza sul nome del nuovo capo dello stato, come avvenne in occasione dell’elezione di Luigi Einaudi nel 1946. Si individui infine una classe dirigente migliore, più rappresentativo e più competente in condizione di guidare un governo all’altezza della situazione.
Ciemme