E va bene, lo devo proprio ammettere: non sapevo nulla della scrittrice Alice Basso quando quel pomeriggio ho deciso di andare alla presentazione del suo ultimo libro. Chiedo venia per la mia ignoranza lacunosa, siate clementi, del resto non si può conoscere proprio tutto e tutti, ma si può sempre rimediare.
Mi presento tranquillamente in libreria alle 18,20 di un fresco pomeriggio autunnale: “Mamma mia quanta gente, allora è davvero conosciuta questa Alice!”.
Mi faccio strada pian piano, in punta di piedi per l’imbarazzo dovuto alla mia carenza nozionale, ostentando una falsa sicurezza e tranquillità per non lasciare trapelare nulla, ma già mi sentivo penetrare dagli sguardi pungenti dei mille occhietti (magari non erano così tanti, ma a me sembravano anche di più!) dei fan accaniti che sanno oltremodo “ogni-singola-sfumatura-venosa” ed “innanzi”!
“Mi hanno beccata”, pensavo tra me e me, sentendomi una sorta di aliena nemica che aveva invaso la terra, e certamente non mi avrebbero lasciato scampo! Ma inizia l’incontro, meno male, salvata in corner! sul quinto ed ultimo libro della saga… sudori freddi lungo la schiena, brividi febbricitanti: ma dove sono stata per i primi quattro?!
Sgomento, rassegnazione, mentre vedevo i fan accaniti, sempre loro, con le lacrime agli occhi, espressioni di dolore, pronti a strapparsi i capelli per l’obbligato triste commiato dalla tanto amata eroina; e a quel punto io, sempre più alienizzata, avrei voluto scavare un buco nel pavimento per nascondermici dentro o diventare trasparente come il ragazzo invisibile dei film di Salvatores!
Con Alice che cercava di rincuorare tutti, “suvvia tornerò presto con una nuova serie!”, “sì, ma non ci sarà più lei!”, ribattono in coro sempre i fans accaniti con tono quasi minaccioso! “Ma la protagonista è un’ altra donna? E il bel commissario c’è?”, “Veramente non si può dire ma… sì e no!”.
Promesso che la prossima serie me la cucco tutta dal principio. Comunque improvvisamente uno strano virus mi contagia e mi salva da quel malessere profondo, la cui eziologia è da ricercarsi in una sindrome da ignoranza acuta! Paradossalmente un virus che guarisce ed è quello della passione con cui Alice parla dei suoi libri, dei protagonisti, con una teatrale capacità comunicativa che ti ipnotizza. E da cui trapela il forte amore per lo scrivere, la totale convinzione nella meta-letteratura, nel metterci tanto di sé nelle proprie composizioni, gusti e conoscenze letterarie e musicali, quello che realmente si è, per creare una solida, autentica affinità elettiva e comunione di intenti con i lettori, che si specchiano e si ritrovano nel suo vivace sguardo e nei suoi personaggi.
E così, come per incanto, faccio conoscenza con Silvana Sarca (ma guarda, si chiama come mia mamma!), detta Vani, la penta eroina della serie, sempre di nero vestita, che non ama il contatto con gli umani ed il mondo, e fa la ghostwriter per quella sua straordinaria capacità di analizzare e capire profondamente la natura delle persone anche da pochi elementi. Quindi può scrivere facilmente per altri, come il suo ex fidanzato Riccardo (ma guarda, si chiama come mio nipote!), per la gioia immensa del suo capo, l’editore Fuschi. Grazie a questo suo intuito incredibile collabora con l’amico, o forse più che?, commissario marlowiano Berganza per risolvere situazioni criminose. Concedendosi qua e là una tacita divertente complicità con la giovanissima amica vicina di casa Morgana, sua emulatrice e in cui lei rivede se stessa. Il tutto condito con un linguaggio fresco, moderno, “colorito”, discorsivo, in un accavallarsi di pensieri che si intersecano uno sull’altro, dall’andamento cinematografico, quasi il tutto sgorgasse di getto dal procedere arzigogolato delle proprie elucubrazioni. Ma con inserti di una tale profondità sconcertatamene toccante: “Perché la verità è che ogni storia, la più modesta come la più avventurosa, la più divertente come la più intensa, la più realistica come la più folle, è destinata a farsi poltiglia, e concime, e terra. Le storie bisogna prepararsi a salutarle”.
Il cerchio si chiude, la saga si conclude (sembra una filastrocca!), ogni cosa ha un inizio ed una fine, e non è mai quello che sembra, c’è sempre un mistero nella vita, negli affetti, nelle persone, in noi. E lo sa bene la nostra “scrittrice fantasma”.
In conclusione, “evviva” direte voi! Mentre tutti gli astanti si scioglievano in lacrime d’emozione nel salutare Vani, a me sfrigolava nelle viscere una voglia incredibile di leggermi in un sol boccone la cinquina’s books e di scrivere un articolo-racconto: colpa del virus Alice!
Ombretta Di Pietro
“ Un caso speciale per la ghostwriter” di Alice Basso, edito da Garzanti, è stato presentato martedì 8 ottobre c/o la libreria Presenza di Sesto san Giovanni in collaborazione con la Associazione Liber015