

Immergersi totalmente nel contesto e ritrovare la fonte da cui tutto sgorga; entrare in empatia con ciò che ci circonda; assorbirne la linfa vitale, l’origine primigenia; sentirla vibrare nelle corde della propria sensibilità emozionale; farla scorrere, come un fiume in piena, nelle viscere meandriche della nostra fantasia. Fino alla completa metabolizzazione e restituzione in una forma riveduta e corretta, filtrata dal nostro essere, con una nuova veste arricchita dalla nostra immaginazione cognitiva, conoscitiva, fantastica.
Ecco la genesi della mostra personale “Pedigree” del giovane artista messicano Rodrigo Hernàndez,classe 1983,vincitore del “Campari Art Prize”, al suo secondo anno di istituzione, alla XXV edizione di “Artissima” , Fiera Internazionale di Arte Contemporanea di Torino.
Da anni il Gruppo Campari si fa promotore e portavoce della ricerca artistica sperimentale contemporanea, in linea con una consolidata consuetudine che ha visto la collaborazione con grandi nomi di architetti, designer, disegnatori, illustratori, registi, curatori delle campagne pubblicitarie del prodotto: l’arte ha un fortissimo impatto comunicativo! E fondamentalmente “inventare” una “bevanda” che incontri i gusti di centinaia e centinaia di persone,modificandosi e resistendo nel tempo, rimanendo sempre attuale, ha molto di “creativo”.
Rodrigo percorre gli spazi colorati della Galleria, osserva luci, sagome e tratti, apprende le vicende della famiglia e ne è folgorato, consegnandoci otto opere “su misura”. Ciascuna narrante un pezzo di storia arricchito ed attualizzato dalla personalità dell’artista, dal suo moderno vocabolario influenzato dall’iconografia mesoamericana, dall’arte contemporanea europea,dall’avanguardia italiana,dalle variegate conoscenze letterarie. Le sculture in cartone e carta,vivacemente colorate con acrilici e oli dalle tinte tipicamente “camparesche” o con lacche metalliche,che ci richiamano gli stabilimenti di fabbricazione,dialogano con una carta da parati particolare, una texture “pop” di francobolli della Campari del 1924, arricchendo l’istallazione di dinamicità. Abbiamo la sensazione di trovarci in un impianto produttivo fatto di vari blocchi, che parte con un’asimmetrica composizione “dechiricana” per concludersi con una più architettonicamente lineare alla Depero.
Inframmezzate da maggiormente simmetriche “nespoliane” figure umanoidali, dalle squadrate geometrie, movimentate da più sinuosi,ondeggianti inserti, che giocherellano scherzosamente con piccole tondeggianti o mezzeluniche faccine stilizzate. In un rimando continuo alla cartellonistica reclamizzante della società e,subliminalmente, al rapporto tra uomo e macchina. Una curiosità: il titolo “Pedigree” ha tratto ispirazione dall’imbattersi di Rodrigo nella riproduzione di un vecchio logo ottocentesco della Campari, simil araldico, che ritrae due cani intersecantisi l’un l’altro sotto un elmo arricchito di foglie ornamentali. Un omaggio dell’artista alla famiglia, alla tradizione, all’unicità, ma anche un modo di ironizzare sull’accostamento uomo-animale e sull’origine “pura” delle cose: dalle commistioni e dalle contaminazioni di genere nascono spesso i risultati migliori! Arte e produttività, classicità e modernismo, passato e presente, il tutto in continuo divenire.
Ricordo ancora quando da piccola passavo vicino alla fabbrica di viale Gramsci-via Campari, dai forti rumori e dal caratteristico odore liquoroso. Adesso tutto è cambiato e si è trasformato: un’altra epoca, l’inizio di un nuovo capitolo, l’odierno che affonda le sue radici nell’accaduto, come ottimamente espresso da Rodrigo.
Ombretta Di Pietro
“Pedigree” di Rodrigo Hernàndez, a cura di Ilaria Bonacossa; Galleria Campari, viale Gramsci 161, Sesto San Giovanni da giovedì 10 ottobre 2019 a venerdì 14 febbraio 2020. Info 02 62251; galleria@campari.com; www.campari.com