“Vi chiedo un piccolo sacrificio perché voglio restituire a voi la qualità del servizio”.
Questo è in sostanza l’appello pubblico rivolto ai milanesi dal Sindaco Sala attraverso un messaggio su facebook per giustificare l’aumento del biglietto ATM a due euro.
Si sa che ogni politico quando sale al vertice di una Istituzione e deve far quadrare i conti del sistema che ha avuto in eredità, non “guarda in faccia nessuno”, si fa per dire. Specialmente quando ci sono in gioco il governo di Milano e nello specifico l’Azienda di Trasporto Pubblico (ATM) di proprietà al 100% del Comune milanese.
Per carità la richiesta è lecita e anche un po’ condivisibile, ma in questi casi purtroppo, come sempre, ci si dimentica che i cittadini di Milano e dell’hinterland hanno dovuto sopportare una lunga e snervante attesa di ben 30 anni. Esattamente sin dal 1989 quando è stato istituito il vecchio sistema tariffario SITAM il quale in pratica ha permesso che il sistema stesso diventasse un monopolio. Cosa che ancora oggi ci portiamo dietro, con l’aggravante della grossa discriminazione e ingiustizia sociale tra i cittadini della stessa Città Metropolitana.
Ora, dopo la costituzione dell’Agenzia per il Trasporto Pubblico Locale (TPL) effettuata col Decreto n.402 del 27/4/2016 dall’Assessore Regionale, l’Agenzia TPL ha studiato un sistema operativo del Trasporto Pubblico più snello e razionale. Però sono stati lasciati aperti tre argomenti fondamentali che, se non risolti prima di rendere operativo il sistema, resteranno nell’oblio:
1° Per determinare le tariffe del trasporto da offrire ai cittadini con un servizio ottimale è necessario se non indispensabile, effettuare una gara, magari a livello internazionale, allo scopo di poter capire bene cosa presenta il mercato per ottenere, in sinergia, un perfetto parametro qualità/ prezzo.
2° La decisione per stabilire in una Città Metropolitana delle tariffe adeguate ed eque deve essere presa da tutti i Comuni interessati con l’approvazione finale della Presidenza della Regione Lombardia.
3° Per eliminare la sperequazione ancora esistente fra cittadini della stessa città metropolitana milanese è importante che, indipendentemente dal flusso dei viaggiatori, dalle distanze, dai punti di partenza e arrivo e dalle logiche politiche, tutti gli studenti dalle elementari all’università e tutti i lavoratori, costretti a viaggiare nell’ambito urbano e/o interurbano della città metropolitana di Milano, possano usufruire di un abbonamento annuo a tariffa ridotta e unificata senza alcuna differenza di costo.
A questo proposito voglio ricordare che i lavoratori e gli studenti rappresentano la struttura portante attuale e futura del nostro Paese e che esprimono anche e soprattutto, l’indispensabile forza per ricostituire il nuovo tessuto imprenditoriale milanese e non. Quell’apparato di piccole e medie imprese che è stato il vero motore trainante nel periodo di sviluppo economico italiano e che ha visto negli ultimi anni cedere il passo per favorire interessi di altri soggetti non preoccupati alla nostra crescita.
Questa importante decisione, che si basa su un investimento economico, non può essere lasciata ai diversi Comuni ma deve essere portata avanti da un’Autorità che garantisca l’unità di intenti su un obiettivo che ha una ricaduta sociale importante e che non può non essere valutato soltanto attraverso dei parametri di ritorno economico. Pertanto solo la Regione può assolvere questo fondamentale ruolo.
Giovanni Giudice