Molto spesso la miopia politica è figlia dei pregiudizi e dell’ostilità personale. Oggi i sedicenti vincitori delle ultime elezioni politiche sono alle prese con la quadratura del cerchio del come arrivare a formare una maggioranza di governo.
Dicono che è lo stesso problema che hanno avuto e risolto in Germania dimenticando che i partiti tedeschi sono ben altra cosa rispetto ai partiti italiani. La riforma voluta da Renzi, bocciata da un referendum lo scorso anno, prevedeva il ricorso al ballottaggio in modo da avere la certezza di un vero vincitore responsabile delle sorti del Paese, tra l’altro in grado di poterlo governare con la fine del bicameralismo perfetto.
Una legge elettorale giudicata fatta su misura per Renzi e solo per questo tutti ostili e schierati per il no al referendum.
Era in realtà un’occasione storica per il Paese e, visto il risultato dell’ultima consultazione elettorale, in primo luogo per Berlusconi che ora con tutto il centrodestra, seppure ridimensionato, avrebbe potuto proporre un rappresentante della sua coalizione alla guida del governo. Oggi se volesse rimediare all’occasione perduta dovrà ripartire dal suo interlocutore principale, il PD di Renzi, che, sebbene sconfitto, è determinante per la futura maggioranza di governo. Un Berlusconi, che svendendo alla lega pezzi del suo potere locale (vedi le regioni), rischia di lasciare tutta l’eredità del centro destra ad un Salvini tipico rappresentante di una retorica populista accecante e inconcludente.
In quanto a Di Maio pare che la storia del Sud non gli abbia insegnato niente. Né Giannini col suo uomo qualunque, né Lauro a Napoli, né la prima ondata berlusconiana dei 61 parlamentari su 61 in Sicilia sono durati più di tanto. Tutti sono caduti alla prova dei fatti. Ora il M5S ha fatto determinate promesse, prima fra tutte il reddito di cittadinanza. Quanto promesso lo deve realizzare. Ma questo lo può fare solo governando e con il 32% non si governa. A questi signori, viste le conseguenze, sarebbe interessante chiedere se ancora oggi ritengono la riforma proposta lo scorso anno tutta da buttare.
Ciemme