
Il fischio imperioso della sirena interrompe le parole del ministro. Lui accenna un sorriso, non si ferma ma alza il tono di voce per sovrastare quel suono carico di storia e energia. La stesso suono che, per anni fino ai primi Novanta, ha scandito i turni degli operai della grande acciaieria sestese.
È mezzogiorno, e come ogni giorno, la sirena della Falck fa sentire la sua voce, anche oggi che all’ombra delle maestose archeologie industriali si sono dati appuntamento Davide Bizzi, Amministratore delegato di MilanoSesto (proprietaria delle aree Falck), le autorità comunali, regionali e governative e le maestranze per illustrare un nuovo modello di gestione del cantiere e delle bonifiche dei terreni che ospiteranno la Città della Salute e della Ricerca.

E proprio durante l’intervento del ministro all’Ambiente Gian Luca Galletti (“Questo modello di gestione del cantiere può essere esportato in tutta Italia e Europa, un modello che può essere un esempio per tutta Italia e per tutta l’Europa”) la voce della sirena riallaccia il passato al presente per farci immaginare il futuro di un’area da un milione e quattrocentomila metri quadri: il progetto di riqualificazione industriale più grande d’Europa.
“In Europa e in Italia non ci sono progetti simili.” Con queste parole Giovanni Castellaneta, presidente di Milanosesto, proprietaria delle aree Falck, introduce il tema dell’incontro organizzato sul cantiere da MilanoSesto e Germani. “Vogliamo – ha aggiunto il ministro – un progetto che non sia un rammendo delle periferie, ma un esempio per il paese. È tutto questo avverrà all’insegna della trasparenza; un progetto che partirà dalla realizzazione della Città della salute e della ricerca e andrà avanti con attività dedicate al commerciale, al tempo libero, allo sport”.


Entra subito nel vivo del delicato tema delle bonifiche – un cantiere aperto da un anno che occupa 115 persone tra maestranze e addetti ai controlli – Mauro Ferrari, Amministratore delegato di Germani S.p.A l’azienda che si occupa delle bonifiche per conto di MilanoSesto. “Garantire sempre massima trasparenza nei confronti di Istituzioni e della collettività è una nostra prerogativa e questo modello conferma il nostro impegno assoluto, utilizzando esclusivamente mezzi motore Mercedes e mezzi trapianti “Menci” di ultimissima costruzione”.
Sicurezza, trasparenza, sostenibilità, connettività, e logistica: questi i presupposti da cui nasce il modello di gestione del cantiere e delle bonifiche adottato per la rigenerazione dei terreni delle ex Falck. A garantirlo anche la presenza della United Risk, azienda specializzata nella gestione della sicurezza e della legalità che consente, come spiegato nel suo intervento dall’Amministratore delegato Carlo Mastrangelo, di tracciare in ogni momento i materiali recuperati in loco tramite l’impianto di Soil Washing sia dei terreni portati a smaltimento nei diversi impianti esterni autorizzati (170 i viaggi al giorno dei mezzi di Germani per lo smaltimento degli oltre 241.000 metri cubi di terreni portati in impianti esterni autorizzati).
Presenti al convegno anche l’assessore regionale all’Ambiente Claudia Terzi (“Per regione Lombardia il recupero dell’area Falck, oltre che essere una opera strategicamente importante non solo per il Comune di Sesto o per la città metropolitana, lo è per l’economia dell’intera regione”), l’assessore regionale alla città metropolitana Viviana Beccalossi, l’onorevole Daniela Gasparini e il sindaco di Sesto San Giovanni Monica Chittò. “Quando stiamo attenti al nostro territorio, alla nostra Italia – ha concluso Chittò – e diciamo che non bisogna consumare territorio vergine, questo vuole dire che dobbiamo avere la capacità programmatica e tecnica di pensare alla rigenerazione urbana. Un milione e mezzo di metri quadri vuole dire un milione e mezzo di terreni che verranno riconsegnati alla collettività tutta, alla città e al sistema paese. E questo è stato possibile grazie a un primo input pubblico a cui ha fatto seguito una partnership importante con il privato che ha iniziato a investire prima di ricavare. Una scommessa sul futuro che, ripeto, non riguarda solo Sesto San Giovanni ma l’intera area metropolitana e il paese”.