E’ andata in scena lunedì 8 giugno a Bresso, al centro di smistamento dei profughi della Croce Rossa di via Clerici, la protesta dei profughi. Il centro polifunzionale di emergenza ospita in modo temporaneo i profughi arrivati in Italia e in attesa di nuova destinazione. E lunedì la tensione è aumentato innescando una protesta degli ospiti del centro legata alla qualità scadente del cibo (secondo gli immigrati) e, più in generale, alle precarie condizioni generali nel centro (il caldo degli ultimi giorni avrebbe reso roventi le tende).
Quando alcuni profughi hanno manifestato l’intenzione di voler bloccare per protesta la strada che collega Bresso e Sesto San Giovanni, sono intervenute le forze dell’ordine.
E subito il caso accende il dibattito politico: “A quanto pare – ha commentato Jari Colla, vice capogruppo della Lega Nord al Pirellone – gli illustri ‘ospiti’ del campo profughi di via Clerici non gradiscono il riso freddo che lo Stato, a spese dei cittadini ovviamente, mette loro a disposizione e, considerandolo un pasto non adeguato al loro palato sopraffino, hanno improvvisato una protesta che ha portato le forze dell’ordine a dover intervenire direttamente (…) Purtroppo, ironia a parte, la realtà dei fatti è molto preoccupante – prosegue Colla – perché questi clandestini, di cui solo una piccola parte dispone veramente dei requisiti per l’asilo politico, avanzano richieste sempre più arroganti. Come dimostrato dai fatti, gli immigrati accolti non sanno nemmeno apprezzare il lavoro di coloro che mettono a disposizione il proprio tempo per garantirgli certe comodità, un trattamento che altrove sarebbe impensabile. Inutile girarci attorno – chiosa l’esponente regionale del Carroccio – questa gente, che non dispone di nessun titolo o motivazione valida per restare qui, deve essere rimpatriata seduta stante; se avessimo un ministro dell’Interno che facesse il suo lavoro e un Governo degno di questo nome, queste situazioni nemmeno esisterebbero.”
Intanto ieri il governatore Roberto Maroni ha inviato una lettera ai Prefetti Prefetti della Lombardia con la quale chiede di “sospendere le assegnazioni nei Comuni lombardi in attesa che il Governo individui soluzioni di accoglienza temporanea più eque, condivise e idonee, che garantiscano condizioni reali di legalità e sicurezza”.
“Secondo i dati resi noti dal Viminale nei giorni scorsi – scrive Maroni -, la Lombardia è la terza
regione italiana, dopo Sicilia e Lazio, come percentuale di presenze di immigrati nelle strutture di accoglienza e ricordo che in Lombardia vive già oltre un quinto degli immigrati regolari presenti in Italia, molti dei quali in cerca di lavoro. E’ quindi impensabile inviare in
Lombardia altri immigrati prima di aver riequilibrato la distribuzione”.
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